REFERENDUM 12-13 GIUGNO: VOTA 4 SI

Questo è un contributo che un caro amico mi ha inviato, visto che abbiamo preso l’impegno di diffondere quanto sia importante votare coscientemente i prossimi referendum

Un giugno antiatomo.

 L’industria energetica dell’atomo è interessata principalmente a due processi: la fissione nucleare, ossia letteralmente rompere un grosso atomo, quale può essere quello dell’uranio, e da questa reazione ricavare energia sotto forma di calore; tanta energia, visto che da un grammo di uranio si ottiene tanto calore quanto se ne produce nella combustione di circa 8 tonnellate di petrolio. L’altro processo è la fusione nucleare, ossia fondere degli atomi più leggeri per ottenerne uno più pesante; per intenderci è ciò che accade nel sole: atomi d’idrogeno si uniscono per formarne uno di elio. Il risultato di questa reazione splende nel cielo.

Il problema della fusione è che per innescare questa reazione bisogna disporre di una certa quantità di idrogeno a temperature di qualche milione di gradi e, a parte qualche raro esperimento d’avanguardia, nessuna tecnologia riesce a sfruttare tutto ciò.

Quindi l’industria, già negli anni Cinquanta, ha imboccato la strada della fissione, ben più pratica e alla portata. La questione che l’industria non si è posta ( e che a tutt’oggi sembra non volersi porre) e che invece noi cittadini, società civile, dovremmo porci per noi e per i nostri figli, è cosa ne sarà della “spazzatura” che quest’industria produce, e infine di questa stessa industria.

Perciò badate bene: il problema non è soltanto quello delle famigerate scorie!

Il famoso processo di fissione produce questi scarti altamente radioattivi, che ancora oggi non si sa dove depositare; ma non è finita qui. La radioattività di queste sostanze intacca il materiale in cui esso è immerso e con cui è fatto il reattore, i liquidi con cui questo viene raffreddato (e di conseguenza anche debolmente l’acqua che viene attinta da queste centrali), il terreno su cui poggia, il cemento con cui essa è fatta. Risultato: dopo 40/50 anni di servizio tutto questo complesso dev’essere in qualche modo smantellato e portato in un sito sicuro (che ancora non si è trovato e che nessuno vorrebbe vicino casa); oppure, se si preferisce, sigillato in un sarcofago di cemento armato. Direi una gran bella eredità per le future generazioni, col rischio aggiuntivo che quest’eredità di cemento non si sgretoli prima del tempo, rivelando quale terribile contenuto essa nasconda.

Già in questi termini il quadro è complesso e rappresenta soltanto la naturale vita di una centrale atomica. Purtroppo non occorre molta immaginazione per sapere cosa può succedere in caso d’incidenti più o meno gravi.

Ricordate però: i problemi dell’energia sono tanti, di cui molti ancora irrisolti. A chi dice che le fonti rinnovabili non possono risolvere tutti questi problemi, rispondo che ha ragione. Ma devo dire che non si può pensare di risolvere questi problemi, installando sul nostro Paese centrali che porterebbero problemi ben più gravi. Quindi domenica e lunedì vi esorto a pensare al bene dei vostri figli, andando a votare

un SI per il loro futuro,

un SI contro il nucleare.

Vota si per il futuro, si contro il nucleare

Vota si per il futuro, si contro il nucleare

 

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